Categoria: Cultura

Messa Papa mercoledì in piazza: Papa Francesco lancia un monito contro egoismo e pessimismo

Dopo la pausa invernale – che ha visto, ogni settimana, il Papa impegnato nella messa del mercoledì in Aula Paolo VI – nella giornata di ieri è stato inaugurato il ritorno alla messa in piazza: nel corso della sua benedizione, il Santo Padre ha ricordato quanto sia importante, per vivere bene con sé stessi e con gli altri, eliminare ogni vezzo di egoismo, che è qualcosa che tende a distruggere non solo chi lo applica nella vita quotidiana, ma anche chi è costretto a subirne le conseguenze.

Il monito di Papa Francesco è stato molto chiaro: nel corso della sua benedizione, Papa Bergoglio ha ricordato quale sia l’errore più importante dell’umanità, quello di credere che tutto ciò che è stato creato, il mondo stesso, sia in qualche modo parte del nostro possesso, che possiamo manipolare e distruggere a nostro piacimento senza dover rendere conto a nessuno. Papa Francesco ha ricordato come, invece, la creazione sia qualcosa che Dio ha voluto porre nelle nostre an affinché si portasse avanti quell’idea di collaborazione e di benevolenza, da Egli stesso iniziata.

Messa Papa mercoledìEgoismo ed orgoglio umano distruggono tutto ciò che incontrano: ed è con queste parole, che il Santo Padre, ricordando “i gemiti di dolore del creato” ha voluto far riflettere la comunità ed i cristiani sulla necessità di eliminare ogni spinta di egoismo e di peccato. Con un altro monito importante: evitare la tentazione di dolore, delusione e pessimismo, un lamento inutile che non può portare a nulla di buono.

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Tecnologia tra i giovani, sempre più social ma anche sempre più spinti ed inconsapevoli di rischi e conseguenze

Al giorno d’oggi troviamo molto più facile comunicare tra di noi, anche a grandi distanze ed ottenendo risposte per lo più immediate con pochi semplici click: è la “magia” della tecnologia, della rete e degli smartphone che, in un’epoca come quella attuale, rendono infatti possibile la comunicazione a distanza, facendoci accedere ad una serie di vantaggi interessanti.

Come ad esempio il fatto di poter chattare o videochiamare un amico che vive all’altro capo del mondo, nella più totale facilità ma anche nel più totale risparmio economico. Oppure, come poter effettuare un acquisto con pochi semplici click grazie alle avanzate tecnologie di e-commerce.

Tuttavia, questa opportunità potrebbe nascondere un altro lato della medaglia che non è propriamente dei più positivi: infatti, secondo quanto è emerso da recenti indagini effettuate da Ipsos per Save The Children, pare proprio che la facilità con la quale oggi possiamo comunicare sia qualcosa di non così positivo per giovani e giovanissimi, che spesso sono inconsapevoli del rischio e delle conseguenze generate dalla loro attività in rete.

Tecnologia tra i giovaniOggi si celebra il giorno dedicato all’uso consapevole del web, ovvero il Safer Internet Day. Ed è proprio per questa occasione che sono stati diffusi i dati sull’uso che i giovani fanno della tecnologia: giovani sempre più social ma anche sempre più inconsapevoli. Secondo i dati, a 11 anni e mezzo si ha in media il primo smartphone:  un dato altamente preoccupante, visto che non è certamente un’età, questa, così promettente dal punto di vista delle capacità di auto controllo.

E le conseguenze sono dietro l’angolo: un ragazzo su 10 usa carte prepagate per giocare online, e ben 1 su 5 invia foto o video di sé stesso a coetanei o adulti, per ottenere in cambio regali. Dati sui quali bisogna fare luce e dei quali bisogna sicuramente preoccuparsi per le conseguenze di ciò che potrebbero provocare.

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E’ riuscita a sbaragliare la concorrenza di altre nove bellissime località, ma a trionfare è stata la meravigliosa Palermo incoronata Capitale italiana della cultura 2018.

Il primo annuncio era stato fatto il 31 gennaio scorso dal ministero dei Beni Culturali Dario Franceschini con la comunicazione da Roma della decisione presa dalla giuria guidata da Stefano Baia Curioni.

Subito la festa vera e propria è iniziata direttamente in casa con l’illuminazione delle colonne del Teatro Massimo con le tinte del tricolore nazionale. Del resto era un traguardo ambito e atteso da anni, come sa bene il sindaco Leoluca Orlando che, in Patria come all’estero, non perde mai occasione per ricordare, sottolineare, evidenziare tutta la bellezza della sua città.

Palermo capitale della culturaPalermo ha dovuto vedersela con Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo Torinese, Trento e con l’Unione dei Comuni vicini di casa elimo-ericini (da Buseto Palizzolo a Custonaci, Erice, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice); come a dire una concorrenza davvero agguerrita che rende questa proclamazione ancora più sentita.

Per l’importante vittoria un contributo prezioso, se non essenziale, è arrivato dal dossier ad hoc che era stato presentato al Ministero, del quale la giuria ha riconosciuto l’elevata qualità informativa; inoltre anche per la significatività del progetto e la sua sostenibilità.

Del resto lo ha detto lo stesso Stefano Baia Curioni chiarendo che il titolo di Capitale italiana della cultura è proprio un riconoscimento alla capacità del progetto presentato, e non alla città che sia più bella o che abbia la storia più interessante. Su cosa abbia puntato Palermo per sbaragliare le concorrenti, è presto detto.

In primis sulla sua posizione da sempre strategica e sulla sua storia che si perde nella notte dei tempi: due elementi che l’hanno resa da sempre come un mosaico culturale, “luogo di interfacce culturali” come si legge nel dossier di candidatura.

Certamente ha giocato il suo ruolo anche il fatto che nel 2018 Palermo ospiterà ‘Manifesta 12’, importantissima biennale di arte contemporanea nota e apprezzata a livello mondiale. Mescolare, dunque, gli eventi legati alla biennale con quelli collegati a Capitale della cultura italiana formeranno un mix davvero incredibile.

Questo riconoscimento prevede l’arrivo dal Ministero di un milione di euro che la città investirà per realizzare il progetto presentato, come per esempio la creazione di una piattaforma telematica “cultura e tempo libero” che diventi vero e proprio portale del territorio a tutto tondo.

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Tantissimi appuntamenti in programma e un grande riallestimento di tutti suoi spazi: il famoso Centre Pompidou, cuore della cultura parigina, compie i suoi primi quaranta di vita ed è pronto ad accogliere nuovi visitatori con tutta una serie di eventi ad altissimo contenuto artistico.

Progettato da Renzo Piano, Gianfranco Franchini e Richard Rogers, il “Beaubourg” inizialmente subì pesantissime critiche dagli abitanti di Parigi, sconcertati dalle sue forme post-moderne poste al centro di uno dei quartieri più antichi della città.

Ma del resto, si tratta dello stesso destino toccato alla Torre Eiffel, odiata all’inizio, e ora diventata una dei simboli della capitale francese. Proprio come il Centre Pompidou, una vera e propria istituzione culturale dedicata alla multidisciplinarità e, più in particolare, all’arte moderna.

Quella che i parigini denominarono “l’Astronave” superò le prime critiche e si impose come uno dei musei più famosi e apprezzati al mondo, capace di ospitare nell’arco della sua vita più di 200 milioni di visitatori.

compleanno del Centre Pompidou

Oltre alle mostre temporanee organizzate ogni anno, che spaziano dai grandi maestri moderni fino a quelli contemporanei, la collezione del museo conserva famosi capolavori: dodici opere di Marc Chagall, “La camicetta rumena” e “La tristezza del re” di Henri Matisse, opere di Picasso come “La musa” e “Arlecchino” e un grande numero di capolavori di Vasilij Kandinskij.

Il centro festeggerà il suo compleanno con un importante intervento di riallestimento e una serie di interventi di manutenzione, programmati fra il 2018 e il 2020, del valore di oltre cento milioni di euro. Anche se i restauri non intendono intaccare la struttura originaria e i famosi tubi colorati che caratterizzano da sempre il Pompidou nell’immaginario collettivo, si è resa necessaria la sostituzione del famoso “bruco”, la scala mobile che si snoda fino alla parte anteriore dell’edificio.

Grande interesse anche per la stagione espositiva: dopo il successo di “Magritte. La trahison des images”, che ha portato al Centre Pompidou oltre cento fra disegni, tele e documenti di archivio relativi al grande artista, si cercherà di fare il bis con la mostra dedicata a Cy Twombly.

Inoltre, nel week end del 4 e 5 febbraio 2017 un ricco programma studiato proprio per celebrare il quarantennale del museo accoglierà i visitatori con concerti, installazioni, proiezioni cinematografiche e conferenze. Per l’evento è stato creato un apposito sito internet dove è possibile conoscere il programma completo e scoprire la storia interessantissima di questo centro della cultura.

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Errori: ricerca fa emergere che il cervello è in grado di individuare un errore anche se non dipende dai nostri comportamenti

Sbagliando s’impara: quante volte ci saremo sentiti dire questo detto dai nostri genitori? Ma è così solo quando siamo noi a commettere un errore? Secondo una recente ricerca che fa capo al Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, pare proprio di no: infatti, ampio spazio è dato anche agli errori degli altri, che possono aiutare anche chi non ne è direttamente interessato ad evitare questi stessi errori in futuro.

Errori

Secondo i ricercatori – tra cui si ricordano Alice Mado Proverbio, Andrea Orlandi e Manuel Carminati – pare proprio che il cervello possa funzionare come una sorta di “archivio”, che riconosce gli errori anche laddove essi siano stati commessi da altre persone e, facendone tesoro, riesce ad evitare, almeno nella maggior parte dei casi, di ripeterli a suo modo.

La ricerca ha preso in oggetto il comportamento di 24 persone – di cui 12 pianisti professionisti e 12 studenti universitari – le quali sono state sottoposte a elettroencefalografia durante la visione e l’ascolto di due mani che suonavano. Dalla ricerca è emerso che, quando i movimenti delle mani non corrispondevano alla melodia ascoltata, il cervello dei pianisti era in grado di riconoscere l’errore, anche se quello stesso errore non era stato effettuato in prima persona.

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