In un mercato – quello delle criptovalute – sempre più ricco e variegato, lo scorso 12 novembre 2017 è stata celebrata una nuova nascita: quella di Bitcoin Gold, la seconda valuta nata dalla blockchain di Bitcoin (di cui riprende parzialmente il nome, pur costituendo un’entità completamente autonoma) e che sorge con l’ambizione di poter ridare ai miner di piccole dimensioni il controllo del network, come – forse – era un tempo con la criptovaluta più celebre.
Come è nata Bitcoin Gold
Bitcoin Gold è nata il 12 novembre dal blocco 499.408. Gli sviluppatori del nuovo asset hanno pubblicato il software e hanno rilasciato il codice su GitHub: da quel momento il Bitcoin Gold è risultato essere disponibile agli utenti, con prezzo di partenza di circa 354 dollari.
Successivamente però il valore della nuova criptovaluta ha preso una piega discendente e, al momento in cui scriviamo, a meno di 5 giorni di distanza dal varo effettivo, ha assunto un prezzo inferiore ai 280 dollari.
Quali sono gli obiettivi di Bitcoin Gold
Come anticipato, Bitcoin Gold ha come principale obiettivo quello dei rendere più “democratica” l’attività di mining, ovvero di “estrazione” di nuova valuta, permettendo ai piccoli miner di poter riprendere a forgiare nuova valuta, così come è oramai impossibile fare (salvo, dietro grandissimi sforzi) con Bitcoin, il cui processo di creazione è sostanzialmente monopolizzato da alcuni grandi operatori.
Come ben potranno ricordare gli utenti che sono entrati nel settore da tempi non sospetti, infatti, una volta il mining dei Bitcoin era praticamente accessibile a chiunque lo desiderasse, ed era praticabile semplicemente installando uno specifico software sul proprio computer, che permettesse l’avvio dell’attività.
Ebbene, proprio in tal senso, Bitcoin Gold, utilizzando l’algoritmo che utilizza anche Zcash (Equihash) punta a rendere possibile a tutti gli utenti la possibilità di minare con profitto, dietro semplice fruizione di un personal computer casalingo dotato di schede grafiche e hardware almeno di “medio” livello.
Naturalmente, rendendo nuovamente possibile il mining a chiunque (o quasi), Bitcoin Gold cerca di ampliare rapidamente la platea di partecipanti al mercato della propria criptovaluta. Contemporaneamente, incrementando in misura così rilevante il numero dei partecipanti, cerca di contrasto di ridurre l’influenza che le grandi società di mining e le mining pools possono esercitare all’interno della rete.
Ci riuscirà? Difficile prevederlo, almeno per ora. Quel che sembra certo è che il management del progetto (guidato da Jack Liao, amministratore delegato della società di Hong Kong che vende l’hardware necessario per il mining) è molto ottimista (e non potrebbe d’altronde essere diversamente). Vediamo dunque se tale atteggiamento positivo verrà o meno replicato anche dagli investitori che, almeno per il momento, sembrano essere piuttosto prudenti.
È anche vero che la volatilità tipica del settore potrebbe portare improvvisamente una ventata di grande notorietà in casa Bitcoin Gold. Sia sufficiente, in tal senso, ricordare come nelle ore in cui Bitcoin Gold arrivava sui mercati, Bitcoin Cash (la creatura nata dalla precedente scissione di Bitcoin) raggiungeva una capitalizzazione tale da renderla la seconda valuta digitale più popolare proprio dietro Bitcoin, e davanti alla ‘concorrente’ ether (Ethereum).
Dunque, anche se per il momento il mercato non è sembrato credere al progetto Bitcoin Gold, le cose potrebbero presto cambiare.
Su Criptovalute 24 puoi leggere eventuali novità su questa moneta virtuale, oppure attendere che qualche broker eventualmente scelga di scommettere su questa nuova criptovaluta, inserendo tale asset come sottostante dei propri investimenti finanziari derivati sottoscrivibili con le proprie piattaforme.
Vedremo dunque nei prossimi mesi se le fortune di Bitcoin Gold ripagheranno le ambizioni dei suoi creatori, o se invece questa nuova valuta nata dall’albero dei bitcoin non saprà camminare con le proprie gambe.