Giornata su autismo: non è una malattia. È importante fare consapevolezza su una sindrome che spesso è oggetto di frasi fatte e luoghi comuni
Nella giornata di ieri, domenica 2 aprile 2017, è stata celebrata la Giornata Mondiale dedicata alla consapevolezza sull’autismo: una vera e propria sindrome che, per quanto possa essere ad oggi molto conosciuta rispetto a circa 40 anni fa, è anche particolarmente cresciuta, di circa 10 volte, rispetto allo stesso periodo.
Occorre quindi, oggi più che mai, proporre la giusta campagna di sensibilizzazione nei confronti di questa sindrome che, spesso, mette subito in ansia i genitori il cui figlio è affetto da autismo. La Giornata dedicata alla consapevolezza serve proprio a questo: a sensibilizzare gli altri nei confronti di una sindrome su cui, spesso, si dice tutto ed il contrario di tutto e si fa cattiva informazione. Come quella secondo la quale i bambini autistici capiscono tutto, o quella secondo cui, al contrario, i bambini autistici sono violenti ed aggressivi e non riescono a capire ciò che accade attorno a loro.
Ma cos’è effettivamente l’autismo e come esso viene scoperto? Partiamo con il sottolineare che, per quanto spesso si sbagli, l’autismo non è una malattia, ma una sindrome. E questo significa che non va “curata” ma va compresa, studiandone le caratteristiche individuali, che colpiscono ogni bambino in maniera differente. Essa può essere determinata da una serie di fattori, o meglio, da una combinazione di fattori, che può anche fare riferimento alla genetica, e la cui diagnosi può essere anche molto complessa.
Guarire dall’autismo è impossibile, proprio perché non si tratta di una malattia. Si può, tuttavia, trovare, insieme ai genitori, il giusto metodo per canalizzare le energie del bambino verso una strategia evolutiva differente, che rendano possibile una vita migliore, per sé stesso e per chi gli sta attorno. E, forse, una giornata sulla consapevolezza, non basta a fare tutto ciò.