Violenza sessuale a Torino: c’è l’assoluzione per l’imputato
La violenza sessuale dovrebbe essere considerata alla stregua di un vero e proprio crimine, anche in Italia. Ma ancora oggi accade che, in moltissimi casi, gli uomini che fanno violenza sulle donne finiscano con il venirne fuori “puliti”, e che la donna, da vittima, passi a diventare una possibile carnefice: un po’ come quando si dice che una donna va a cercarsi la violenza quando si veste in maniera eccessivamente attillata.
Ma ciò che è accaduto a Torino in questi giorni sembra avere quasi dell’incredibile: un uomo di 46 anni, accusato dalla collega della Croce Rossa per un presunto stupro ai suoi stessi danni avvenuto nel 2011, è stato assolto dai giudici durante il processo a suo carico semplicemente perché la donna non ha urlato.
Nonostante avesse chiesto all’uomo di smettere con il rapporto sessuale, la donna, secondo i giudici, avrebbe dovuto urlare. Ed è per questo, oltre al fatto che non è stata credibile, davanti alla corte nel corso del processo, nel racconto eseguito, che i giudici hanno negato la richiesta del sostituto procuratore, di dieci anni di reclusione. Secondo i giudici, e secondo l’imputato, la donna è stata comunque consenziente e pertanto non si può parlare di violenza sessuale.