Fertilità maschile in Italia: la crisi potrebbe essere determinata da un malfunzionamento nel programma di attivazione del testosterone
Gli ultimi 50 anni sono stati, per l’Italia, abbastanza problematici dal punto di vista delle nascite: lo sostengono i demografi a gran voce e già da qualche tempo, sottolineando come il nostro paese sia in forte crisi dal punto di vista delle nascite. Nel corso degli ultimi 50 anni, infatti, non solo si è assistito ad un notevole e sostanziale crollo – che riguarda per lo più il 50% delle nascite – ma anche ad una situazione in cui il numero delle persone decedute supera di gran lunga quello dei nuovi nati, con conseguenze molto importanti e da non sottovalutare dal punto di vista umano, sociale, demografico.
Insomma, potremmo dire che in gioco ci sia il futuro dell’essere umano, anche se la situazione appare diversa in altre nazioni. Ma da dove deriva la causa di tutto ciò? Si è sempre ritenuto che il crollo delle nascite andasse in qualche modo imputato ad una situazione di crisi economica e lavorativa, destinata a far crescere sempre di più le difficoltà di mantenere un figlio: secondo questo criterio, il crollo delle nascite rappresenterebbe più una scelta, insomma.
Ma gli ultimi dati sulla fertilità maschile parlano chiaro: in realtà, il problema è da imputarsi ad una società in cui l’essere umano maschile è in qualche modo soggiogato da una sorta di femminilizzazione del maschio, anche a causa dei cambiamenti della vita quotidiana e dell’uso di specifiche sostanze che rischiano di interagire, in maniera nettamente negativa, con il sistema ormonale maschile.
Ed è proprio in questo senso ce bisognerà agire per comprendere questa situazione ma soprattutto per capire come aggirare l’ostacolo: bisogna, infatti, trovare il modo per riattivare quel programma di sviluppo del testosterone che, negli ultimi anni, sembra non funzionare più come prima.