Categoria: Salute

Peti maleodoranti: potrebbero anche dipendere dal disturbo del colon irritabile

Peti maleodorantiÈ stata evidenziata proprio negli ultimi giorni la scoperta scientifica che è stata presentata, proprio qualche settimana fa, in merito al “corretto” ed in qualche modo adeguato numero di peti che è possibile fare durante una giornata, oltre i quali potrebbero esserci dei problemi di salute in atto.

Secondo quanto è stato evidenziato da ricercatori e medici, infatti, le flatulenze non possono essere superiori alle 20 al giorno: oltre questo numero – che in tal senso non sarebbe quindi considerato normale – è del tutto plausibile che il peto sia considerato patologico, e quindi in prospettiva abbastanza pericoloso. Qual è il rischio a cui si va incontro?

Secondo gli scienziati, sebbene sia del tutto possibile che una dieta ed un’alimentazione particolarmente carica di fibre e di carboidrati possa comportare un importante incremento di flatulenze – in questo senso di gran lunga maggiore, quindi, rispetto a coloro che mangiano “di tutto” – un numero superiore di peti potrebbe essere dannoso per la salute, oltre a comportare, comunque, odori sgradevoli, colon irritabile, difficoltà nella digestione. Nel caso in cui i peti siano sempre maleodoranti, quindi, è sempre bene chiedere consiglio ad uno specialista, anche perché il rischio di incorrere in diabete, ictus ed altri disturbi, è sempre dietro l’angolo.

 

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Flatulenza: secondo medici e scienziati, vi sono dei numeri oltre i quali è possibile che vi siano dei problemi di salute

FlatulenzaChe alla flatulenza potessero essere in qualche modo associati dei problemi di salute era sicuramente qualcosa che nessuno si aspettava; tuttavia, il fatto che si possano eventualmente fare dei peti di misura superiore al “normale”, è una novità che emerge in questo ultimo periodo proprio da alcune ricerche mediche e scientifiche. Viene tuttavia adesso da chiedersi quale possa essere la normalità, e dove, invece, la normalità potrebbe non essere considerata.

Quale potrebbe essere, a questo punto, il giusto numero di peti da fare durante il giorno? Ed in che modo c’entra la nostra salute con tutto ciò? A parlare di flatulenza e dei suoi possibili limiti, è stato in questo ultimo periodo un giornale, la rivista Healthy and Natural World, che ha parlato dando voce nello specifico alle scoperte che negli ultimi tempi sono state portate avanti da scienziati e medici. Pare che, in questo campo, il numero di peti non debba superare i 20 al giorno: è quanto emerge dalle ultime indiscrezioni mediche, anche se il numero dipende comunque dalle abitudini alimentari di ognuno di noi. È infatti del tutto normale che chi segue una alimentazione molto ricca in fibre e verdure, possa andare incontro ad un maggior numero di peti al giorno.

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Spegnere il cancro si può: è quanto emerge da un lavoro scientifico recente portato avanti dai ricercatori del Tigem di Napoli. La sperimentazione per la lotta al cancro continua

Spegnere il cancro si puòLa lotta al cancro potrebbe trovare, molto presto, la sua vittoria. Secondo quanto è emerso da alcune indagini scientifiche portate avanti da ricercatori ed esperti del Tigem di Napoli – e che hanno resi noti gli esiti del loro lavoro sulla rivista Science – pare che sia stato identificato uno dei meccanismi che potrebbero bloccare la proliferazione delle cellule tumorali.

A sostenerlo sono gli scienziati del Tigem di Pozzuoli che, insieme all’Università Federico II di Napoli ed alla Fondazione Telethon e Airc – che hanno finanziato la ricerca – hanno individuato in alcune sostanze – chiamate lisosomi, che in realtà sono organelli cellulari – in grado di regolare il nostro metabolismo e spazzare le sostanze tossiche tipiche di patologie genetiche e degenerative, non solo di origine genetica.  Pertanto, è del tutto possibile che questi organelli riescano ad evitare l’accumulo delle sostanze tossiche e quindi a favorire il blocco della proliferazione cellulare tumorale. La sperimentazione continua, ma la scoperta effettuata merita sicuramente un posto d’onore tra gli ultimi studi della lotta al cancro, e potrebbe davvero fare la differenza.

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Consigli esami: ore di sonno devono essere sufficienti a garantire il giusto livello di concentrazione

La stagione che precede di poco e che accompagna – seppur, per fortuna, per pochi giorni – gli esami che gli studenti di ogni età devono affrontare – con notevoli differenze relative al livello di difficoltà a seconda dell’età – è da poco iniziata. Tra qualche giorno, infatti, si darà il fischio d’inizio agli esami di maturità, mentre già dalla fine del mese di maggio, in molte università, sono iniziati gli esami di corso.

Consigli per esamiÈ tempo di esami, insomma. In Italia, così come in molte altre nazioni: ed è proprio un recente studio portato avanti da ricercatori ed esperti americani che ha sottolineato l’importanza di seguire alcuni consigli ed accorgimenti, proprio per evitare di soccombere di fronte alle numerose difficoltà che possono intralciare la giornata di un giovane studente. Si parte dall’alimentazione, che come sempre deve essere ricca in zuccheri semplici – soprattutto a colazione, che è il pasto principale della giornata – ma non eccessiva in grassi: i primi servono a fornire delle giuste energie, i secondi, invece, potrebbero appesantire la giornata e rendere difficile la concentrazione.

Ed è proprio per mantenere quest’ultima elevata che gli studiosi esperti del Brigham and Women’s Hospital di Boston confermano un dato importante: la qualità del sonno, che non deve mai mancare. Perché se il sonno è irregolare, si rischia davvero di scombussolare anche la concentrazione e rendere quindi difficile il mantenimento di voti elevati.

 

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Trattamento denti bianchi: necessario prestare attenzione al tipo di trattamento scelto

Il business dei denti bianchi è un fenomeno in netta e costante crescita, e suona oggi quasi come una contraddizione, rispetto sia alle problematiche economiche, sociali e lavorative a cui molti italiani sono costretti ad andare incontro, loro malgrado, sia rispetto all’abitudine comune. Che è quella, da sempre, di considerare il dentista come un’ultima, costosa ed eccessivamente dispendiosa spiaggia, contro il dolore di denti: spesso, infatti, non si fa adeguata prevenzione e si cercano soluzioni alternative e meno costose – ma anche meno sicure.

Trattamento denti bianchiIl business è a far girare la testa: oggi, infatti, si parla di circa 30 milioni di euro di mercato, mentre un milione di euro è speso ad oggi per trattamenti fai da te, come dentifrici sbiancanti ed altre soluzioni schiarenti che, secondo ultime statistiche, sono utilizzate ad oggi da almeno un italiano su due.

Se ne è parlato di recente durante il congresso internazionale CONSEURO – a Bologna – dopo gli studi effettuati dall’Accademia Italiana di Odontoiatria, Conservativa e Restaurativa (AIC). Ma è sempre un fenomeno positivo oppure si potrebbe andare incontro a qualche rischio?

Sui trattamenti sbiancanti fai da te, le regole sono precise: il prodotto non deve avere un PH minore di 5.5, perché in caso contrario il rischio sarebbe quello di far deteriorare la parte dura del dente, e portare via lo smalto. Sui trattamenti dal dentista, invece, è necessario fare una precisazione: mai fidarsi di persone non esperte e la cui esperienza non sia certificata, ed evitare i trattamenti troppo “economici”.

 

 

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Business dei denti bianchi: italiani sempre più in cerca di soluzioni per lo sbiancamento dei denti

Business dei denti bianchiItaliani sempre più poveri, sempre più in crisi per la difficoltà di trovare un impiego, italiani che perdono il lavoro o che non riescono a trovare un’occupazione dignitosa dal punto di vista economico e non solo: è questo il quadro economico degli ultimi anni, un quadro che non è solo ed esclusivamente economico ma che lascia anche spazio ad una riflessione umana e sociale, quella di un’Italia sempre più povera e in difficoltà.

Ma a quanto pare, se è vero che gli italiani si sentono – e probabilmente lo sono davvero – sempre più impoveriti da un sistema politico e sociale che non lascia spazio a molte risorse, dall’altra parte è anche vero che questa povertà non va di pari passo con alcuni comportamenti diffusi. Italiani popolo di contraddizione vivente? Leggendo le ultime notizie in merito al sempre più diffuso indebitamento degli italiani alla ricerca di denti bianchissimi, sembra proprio di sì.

Se è vero che da una parte ci si rivolge sempre meno al dentista proprio a causa delle difficoltà economiche, è anche vero dall’altro lato che il business dei denti bianchi è sempre più in crescita: un business in netto aumento, che vede gli italiani impegnati nelle richieste di sbiancamento dentale, che desiderano denti bianchissimi – sono circa 120 mila, ad oggi – e che alimentano un business sempre più in crescita. Il trattamento di sbiancamento denti è, tra l’altro, il più richiesto in assoluto dei trattamenti estetici negli ultimi anni.

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Spesa da affamati: mai farla! Mai recarsi al supermercato se siamo a digiuno: potremmo compromettere la nostra dieta e la nostra forma fisica

Spesa da affamatiUna delle regole più elementari e basilari del marketing consiste nel persuadere una persona a fare qualcosa, puntando sui suoi punti deboli, che spesso vengono preventivamente analizzati e individuati per colpire sempre nel segno. Infatti, quando si parla di supermercato, ad esempio, la regola del marketing consiste sempre nel far sì che i clienti possano acquistare più prodotti possibili, proprio perché attratti da colori, sapori e profumi.

Una tentazione a cui è difficile non cedere, ma che potrebbe essere dannosa, non solo per il portafogli, ma anche per la nostra stessa salute, ed ovviamente per la forma fisica, che potrebbe alla lunga risentire di comportamenti non adeguati. Pertanto, una regola importantissima per evitare di prendere peso e di accumulare gli antipatici chili di troppo consiste proprio nell’evitare di fare la spesa da affamati. Perché? Molto semplice. Evitando di andare al supermercato con lo stomaco vuoto, rischiamo di essere più facilmente suscettibili all’acquisto di prodotti alimentari che potrebbero non essere proprio il massimo per la nostra salute: alimenti ricchi di grassi, di Sali e di zuccheri, che potrebbero essere dannosi per il corpo e per la bellezza.

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Allarme Anisakis: il parassita filiforme che si riproduce nell’intestino a partire da pesce crudo non controllato e di scarsa qualità

Allarme AnisakisÈ tornata alla ribalta delle cronache nei giorni scorsi, la notizia relativa alla pericolosità che in alcuni casi è legata al consumo – spesso non controllato – di pesce crudo: da quando anche in Italia è nata – o comunque ha trovato la sua grande ed estrema diffusione – la moda del sushi, purtroppo si stanno verificando molte più infezioni relative al verme “Anisakis”, un parassita che era quasi sconosciuto, fino a qualche anno fa, nei paesi occidentali.

La causa di tutto ciò si riferisce all’eccessivo consumo di sushi di bassa qualità, ed in particolar modo a tutti quei locali e ristoranti che offrono la formula All you can eat senza tuttavia fare riferimento ad un valore che dovrebbe essere estremo: la sicurezza. Chi ama il cibo giapponese sa che le conseguenze relative al consumo di pesce crudo senza i dovuti controlli potrebbero essere estreme: secondo quanto è emerso da una recente indagine scientifica e medica portata avanti da ‘Bmj Case Reports’, il rischio è molto più grave di quanto potremmo immaginare.

I parassiti, di forma filiforme, si possono infatti riprodurre all’interno dell’intestino, determinando così effetti molto importanti per l’uomo, come vomito, dolori addominali, febbre, con conseguenze devastanti che si avvicinano alla morte.

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